Spesso, per comodità didattica, la classificazione dei vini italiani viene rappresentata come una piramide alla base della quale vengono collocati i vini generici o vini varietali, senza denominazione di origine e che da tempo sono conosciuti comunemente come "vino da tavola" e a salire fino a raggiungere l'apice, i vini IGT (Indicazione Geografica Tipica), i vini DOC (Denominazione di Origine Controllata), i vini DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Le denominazioni di origine DOC e DOCG possono prevedere al loro interno ulteriori differenziazioni in aree di tipicità che possono essere ancor più ristrette e peculiari, le sottozone. Nelle sottozone le regole sono ancor più rigorose e restrittive, e queste possono arrivare anche a restringere l'area ad un comune, una frazione, una fattoria, un podere o una vigna.

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Cosa significa IGT, DOC e DOCG?

  • IGT: Indicazione Geografica Tipica. Indicano il territorio di produzione di ampia dimensione e possono riportare l'indicazione del vitigno. Un vino già riconosciuto IGT da almeno 5 anni, può ricevere la DOC.
    Alcuni esempi di vini IGT sono: Vallagarina (Trentino Alto-Adige), Terrazze dell’Imperiese (Liguria), Val di Magra (Toscana), Colli del Sangro (Abruzzo), Terre Siciliane (Sicilia).
  • DOC: Denominazione di Origine Controllata. Questi vini sono contraddistinti da una zona di origine ben precisa. Sono previste le denominazioni di sottozona fino ad arrivare a restringere l'area ad un comune, una frazione, una fattoria, un podere o una vigna. I vini di particolare pregio e già riconosciuti DOC da almeno 10 anni, possono ottenere il riconoscimento DOCG. I vini DOC, ad esclusione dei vini liquorosi, spumanti e frizzanti, devono obbligatoriamente indicare in etichetta l'annata di produzione delle uve.
    Alcuni esempi di vini DOC sono: Lambrusco di Sorbara (Emilia-Romagna), Colli Maceratesi (Marche), Campi Flegrei (Campania), Primitivo di Manduria (Puglia), Cannonau di Sardegna (Sardegna).
  • DOCG: Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Oltre alle caratteristiche dei vini DOC, i vini che vantano la DOCG, devono rispettare parametri analitici e organolettici più stringenti, e superare anche la valutazione organolettica nella fase di imbottigliamento. E' obbligatorio indicare in etichetta l'annata di produzione delle uve (esclusa per i vini liquorosi, spumanti e frizzanti). Per i vini DOCG è obbligatorio avere una fascetta che ne certifichi l'autenticità. Lo troviamo sul collo della bottiglia del vino e tecnicamente si tratta di un contrassegno stampato ed emesso dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS), che certifica l’autenticità del prodotto e contiene sistemi anticontraffazione che ne consentono la loro tracciabilità.
    Alcuni esempi di vini DOCG sono: Ramandolo (Friuli), Roero (Piemonte), Conero (Marche), Cesanese del Piglio o Piglio (Lazio), Aglianico del Vulture Superiore (Basilicata).
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    Relativamente ai vini e come per i prodotti alimentari DOP, IGP e STG, le regole che normano questi marchi a livello europeo sono raccolte nei disciplinari che definiscono gli standard qualitativi di produzione per i vini DOC e IGT, di produzione e imbottigliamento per i vini DOCG. Nei disciplinari, in estrema sintesi, possiamo trovare le zone di produzione dell’uva, la resa massima per ettaro, il titolo alcolico volumetrico minimo e le caratteristiche organolettiche e fisico-chimiche che rendono quel prodotto distintivo. Commissioni esterne e indipendenti sono deputate alla verifica dei requisiti per ogni singolo prodotto e produttore.

    Che differenza c'è tra IGP e IGT, DOP e DOC?

    A livello europeo, per il vino, effettivamente potrebbe nascere un pò di confusione. Questa deriverebbe dal fatto che in Italia, già dagli anni '60, ben prima quindi dell'attuale normativa europea, fosse emersa l'importante necessità di valorizzare le tipicità dei nostri vini rispetto a quelli degli altri Paesi. Così nacque prima l'IGT, poi la DOC e la DOCG negli anni '90. Rimasto forte il legame con queste definizioni, anche se dal 2010 non più formalmente in uso, sono ancora consentite come menzione specifica tradizionale. Nella pratica, a livello europeo i vini IGT sono ora ricompreso nella famiglia dei prodotti IGP, mentre i vini DOC e DOCG, sono ricompresi nei prodotti DOP. E' quindi possibile trovare un prodotto DOC in Italia, e lo stesso essere DOP al di fuori dei confini nazionali.

    Più in dettaglio, la classificazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche definisce che:

    1. Le DOP si classificano in:
      a) denominazioni di origine controllata e garantita (DOCG);
      b) denominazioni di origine controllata (DOC);
    2. Le DOCG e le DOC sono le menzioni specifiche tradizionali utilizzate dall'Italia per designare i prodotti vitivinicoli DOP;
    3. Le IGP comprendono le indicazioni geografiche tipiche (IGT). L'indicazione geografica tipica (IGT) costituisce la menzione specifica tradizionale utilizzata dall'Italia per designare i vini IGP.

    Insomma, quello del vino, come quello alimentare più in generale, è un mondo tanto affascinante quanto ampio e complesso. Tra regole e gusti spesso è difficile orientare le proprie scelte. Anche per questo riteniamo che un cosciente acquisto passi dall'(in)formazione. Nel vasto panorama enologico italiano, ad esempio, si badi bene che non tutti i vini possono e devono essere certificati. Anche i vini generici o vini varietali hanno la loro ragione d'essere tanto che come tutti gli altri prodotti enologici devono rispondere ai requisiti di legge per quanto riguarda i parametri di qualità, igienici e sanitari Non dovrebbero pertanto essere denigrati o non considerati come possibile scelta tra l'enorme varietà dei nostri vini nazionali. Certo è che un vino DOCG, un vino DOC o un vino IGT può offrire al consumatore la riconoscibilità ed una garanzia ulteriore rispetto al vino contenuto nella bottiglia.

     

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