Come abbiamo visto in DOP, IGP, STG, PAT, DECO: significato ed esempi, i prodotti che possono vantare questi marchi, devono rispondere ai requisiti di qualità stabiliti dai relativi disciplinari di produzione.

Il pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP: caratteristiche e peculiarità produttive

Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP viene coltivato nei dintorni del vulcano (Vesuvio, per l'appunto) in Campania, in provincia di Napoli. 

Per poter scrivere in etichetta la Denominazione d’Origine Protetta (DOP), non basta che siano coltivati in questa zona: la coltivazione deve seguire determinate e specifiche regole e condizioni stabiliti dal disciplinare di produzione, sia per il prodotto fresco sia per quello conservato.

Secondo disciplinare, oltre alle tipiche e tradizionali varietà popolari (“Fiaschella”, “Lampadina”, “Patanara”, “Principe Borghese” e “Re Umberto”) possono rientrare della denominazione DOP quei pomodorini che siano di forma ovale o leggermente pruniforme con apice appuntito e frequente costolatura della parte peduncolare con una buccia spessa.

Cosa significa Piennolo?

La loro coltivazione è del tutto particolare. Vengono utilizzati sistemi di sostegno come fili e paletti così che le bacche non tocchino il suolo ed i frutti, ricevendo i raggi del sole in maniera uniforme, acquistino la colorazione rosso ardente che li contraddistingue. A maturazione, la raccolta dei pomodorini deve essere effettuata a mano, nel periodo compreso tra il 20 giugno ed il 31 agosto.

I grappoli o “schiocche” di pomodorini del Vesuvio, una volta raccolti, vengono sistemati su un filo di fibra vegetale, legato a cerchio, così da comporre un unico grande grappolo, o “piennolo” (vedi immagine qui sotto). I piennoli, così ottenuti, vanno tenuti sospesi da terra mediante ganci o su idonei supporti, in luogo asciutto e ventilato fino a quando, a termine della conservazione senza alcun trattamento di tipo chimico, raggiungono un peso compreso fra 1 e 5 kg.

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Il pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP: il legame con l'ambiente e il territorio

Un metodo di coltivazione e di conservazione ben studiato nel tempo e tipico della zona, unito al particolare quadro ambientale dell’area vesuviana: un'ottimale illuminazione solare, il clima asciutto e la straordinaria natura lavica dei suoli. Tutto ciò ha portato ad ottenere un prodotto unico nel suo genere per pregio organolettico: oltre all'azione dei raggi solari, è proprio la composizione lavica del terreno (dovuta alle passate eruzioni laviche del Vesuvio) e ai suoi minerali a rendere dolcissimi questi pomodorini.

Le famiglie vesuviane, infine, sono solite preparare la tradizionale e secolare conserva detta “a pacchetelle": il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio non pelato, viene tagliato longitudinalmente in metà o in spicchi (o “filetti”) e conservato in vaso di vetro.